“La volta è la copertura arcuata di muramento alle stanze e altri edifici. Le volte ad uso degli edifizi possono essere di diverse maniere, ed anco un poco differenti; ma le principali, e che si potranno usare frequentemente, si riducono a cinque forme, cioè, a botte, a conca, a croce, a catino ad a padiglione”. Questa l’antica definizione che Niccolò Tommaseo diede della volta nel suo Dizionario della Lingua Italiana.
L’evoluzione dell’architettura fu per molti secoli condizionata dalle forme delle volte che delimitando gli ambienti nella parte superiore ne determinano anche lo spazio interno e trasmettono sugli appoggi azioni di peso e di spinta. L’uomo attinse dalla natura l’idea delle volte, osservando le grotte e gli antri naturali, così che nacque in lui il desiderio di imitarla per le sue costruzioni, ma tempo trascorse prima che dopo molte prove, spesso fallite, egli riuscisse a raggiungere risultati definitivi ed a realizzare le prime volte in muratura. Negli uomini era connaturato il desiderio di imitare le forme che la natura poneva sotto i loro occhi perché essa, creata dagli Dei, rappresentava l’ordine massimo.
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